lunedì 19 ottobre 2015

Io sono i miei microbi


Nel i. lab alimentazione abbiamo tentato di coltivare i batteri dello yogurt (Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus) e di alcuni probiotici (Lactobacillus Casei Shirota) che si comprano al supermercato, per vederli al microscopio, ma è stato un po’ complicato perché serve un terreno specifico (MRS agar) e in più bisogna stare molto attenti alle contaminazioni, che si evitano solo con l’autoclave e strumenti sterili.
Nel migliore dei casi si ottiene qualcosa di simile a questo


Visto al microscopio non dà grande soddisfazione, bisognerebbe forse provare una colorazione specifica e ingrandire veramente tanto.
Ma quello che forse è più interessante, non è tanto vedere i singoli batteri, ma usarli per cercare di capire qualcosa in più su quello che serve a un organismo per vivere, nutrirsi e riprodursi.

Abbiamo provato allora a far crescere sulle piastre batteri e funghi, dopo averli prelevati dai posti più disparati (mani, terra di vaso, yogurt, gorgonzola…) e in varie condizioni di luce e temperatura. Il terreno di coltura è abbastanza facile da preparare così:



Noi abbiamo aggiunto dell’amido (nutrimento per i batteri) secondo la ricetta che riporto in fondo.
Dopo qualche giorno, per vedere la crescita dei batteri, abbiamo inondato le piastre di soluzione di Lugol (tintura di iodio e acqua) che colora di viola o nero l’amido.
I risultati sono questi


Le aree bianche indicano la crescita dei batteri che si sono nutriti di amido.
La biologa californiana Tasha Sturm è riuscita a fare di più con una semplice idea.
Ha mandato suo figlio a giocare in giardino con il cane e al rientro gli ha fatto lasciare l’impronta della mano in una piastra di Petri con terreno agarizzato. Dopo qualche giorno ecco quello che ha ottenuto


Nel suo  blog http://www.microbeworld.org/component/jlibrary/?view=article&id=13867
ci sono tanti suggerimenti su come cercare di ottenere lo stesso risultato.

Un altro modo di vedere i batteri intorno a noi è anche uno spunto interessante per provare una contaminazione tra arte  e scienza: le “divagazioni” a base di batteri e piastre Petri di una studentessa dell’Università di Stellenbosch in Sud Africa, corso di laurea Scienze della Vita




Più complicato avere un’idea dei batteri dentro di noi.
Il numero totale di cellule microbiche presenti in un uomo può superare di dieci volte il numero di cellule dell'organismo stesso. Se si presuppone che i prodotti genici di queste cellule microbiche possano interagire con le cellule umane, si può dire che i geni di origine microbica possono superare di cento volte il numero di geni presenti nel genoma umano. 
Un  essere umano va pensato, quindi,  come un insieme di cellule umane e microbiche.
E’ questo il punto di partenza del progetto microbioma umano (human microbiome project) http://hmpdacc.org/ promosso dai National Institutes of Health statunitensi, con l’obiettivo di identificare e caratterizzare i microrganismi ed il loro rapporto con lo stato di salute e dell'uomo. Finora i batteri sono solo stati pesati, contati e identificati, questa è la loro mappa



Un risultato importante e uno strumento al servizio della prevenzione e di future cure, ma rimane ancora molto da capire: con quali malattie hanno a che fare i nostri batteri? Si può modificare la loro composizione con il cibo? Si possono trapiantare?
Per adesso si può partecipare a un progetto italianodi mappatura del microbioma, http://progettomicrobiomaitaliano.org, facendo richiesta dell’apposito kit e caricando in rete il risultato.
In cambio si ottiene la carta di identità della propria popolazione batterica, informazione di cui oggi non sappiamo bene cosa fare, ma un giorno, forse, letta da un esperto potrebbe servire nell’ambito di quella parte della ricerca che mira a creare farmaci su misura per ognuno di noi.

Come preparare e seminare le piastre Petri
Per ogni piastra occorrono 10 ml di H2O distillata, 0.1 g di agar (1% p/v) e 0.02 g di amido.
Aggiungere l’amido alla soluzione liquida, prima del riscaldamento.
Dopo l’ebollizione, versare nelle piaste Petri  e attendere il raffreddamento e la gelificazione del terreno (10 minuti circa).
Per la semina sospendere il campione in acqua distillata, bagnare un bastoncino di ovatta con la sospensione e seminare al centro della piastra.
Mantenere le piastre a 37-40°C per 3/5 giorni.
Dopo 3 giorni versare la soluzione di Lugol sopra il terreno di coltura